Agata Meuti è una nostra socia che, pur vivendo in un’altra città, partecipa alla vita della nostra Associazione soprattutto attraverso un attivismo straordinario fatto di idee, di proposte e di stimoli. Figlia di una delle fondatrici del glorioso Comitato Promotore del Parco della Sughereta, eredita dalla mamma una cultura ambientalista moderna ma rigorosa e inflessibile, un modo di pensare e di agire ancora troppo poco diffuso. In queste sue riflessioni, come sempre, ci riporta alle cose semplici ma fondamentali, piccole e grandi spigolature di buon senso e concretezza che puntano lontano e ci mostrano i sentieri da percorrere. Le storture che abbiamo negligentemente creato a danno della natura e della nostra stessa esistenza non si combattono soltanto con i grandi progetti quanto attraverso una costante modifica della nostra mentalità e delle nostre ambizioni.
(Giampiero Castriciano – Pres. Associazione CPPS)
Da qualche tempo mi capita di notare una generalizzata tendenza all’ecologia: il verde e l’ambiente sembrano essere diventati di moda. Se questa tendenza vede sempre più spesso aumentare chi fa scelte di vita radicali, abbandonando la città per vivere in posti più a contatto con la natura, è vero anche che molte persone continuano a vivere nei grandi centri urbani, cercando però di renderli più “verdi”.
Si parla spesso anche dei benefici immediati che il verde ci dona, sembra infatti che abbracciare gli alberi dia un sollievo immediato e camminare nei boschi produca effetti positivi per il nostro equilibrio psicofisico (https://www.bagnonellaforesta.com ).
Personalmente, abitando al centro di una delle più popolose città italiane, avere un grande parco vicino casa, rappresenta una letterale boccata d’aria, per il corpo e la mente. Tutte le volte che da sola o con i miei bambini entro nel grande parco di Porta Venezia (Giardini Indro Montanelli ndr), il cuore si riempie, gli occhi si rilassano, e il corpo sente subito un grande beneficio ad essere immerso tra gli alberi. Ho insegnato ai mie figli ad osservare con entusiasmo come cambiano le piante in base alla stagione, a notare le differenze delle varie specie vegetali e guardare come si integrano la flora e la fauna delle oasi tra i quartieri vecchi e nuovi di questa città.
Nel parco suddetto, c’è un grande albero, ovvero, c’era ma …c’è ancora.
Si tratta della grande Quercia di Montale, un albero centenario dove l’illustre scrittore soleva passare del tempo e, chissà, anche prendere ispirazione o ristorarsi l’anima, come faccio io. (http://www.paolapastacaldi.it/quercia-montale.php).
Negli ultimi cinque anni ho visto questo grande albero nella fase finale della sua vita. Inizialmente era solo un grande tronco con pochi rami poi una mattina, a seguito di piogge e venti, lo abbiamo trovato a terra. Era morto.
Le associazioni dei giardini hanno quindi pensato di lasciarlo lì dove era stato nei precedenti 200 anni e, invece di rimuoverlo, è stata creata una targa particolare e molto suggestiva a testimonianza di quello che a tutti gli effetti è un monumento… caduto!
Trovo questa un’iniziativa pregevole perché insegna ai visitatori tante cose, forse più delle tante statue che si trovano nel parco e che portano nomi di di personaggi storici lontani da noi, il tronco caduto dell’albero invece testimonia la vita e la morte di un gigante maestro celebre e celebrato.
Esiste addirittura un gruppo Facebook “Amici della quercia di Montale” che ne testimonia le varie fasi di trasformazione. (https://www.facebook.com/groups/309624212985643 )
Qualche giorno fa sono tornata in un altro parco poco distante dalla stazione centrale. Si tratta della Biblioteca degli Alberi e si trova nel nuovo quartiere di Porta Nuova ad un passo dalla stazione Garibaldi. (https://bam.milano.it ). Questo quartiere ha visto negli ultimi anni la costruzione di un numero crescente di grattaceli avveniristici che si integrano con un’ architettura urbana più tradizionale come quella delle case di ringhiera del quartiere di Isola. Il contrasto che si crea in questo luogo mi piace molto e negli ultimi anni ho visto nascere da zero il parco, inizialmente non era molto bello, si presentava come una spianata tagliata in più parti da vialetti che delimitavano spazi piantati con giovani piantine.
Oggi, grazie alla cura quotidiana del comune, si più godere di scorci molto allegri e fioriture stagionali e, come recita il sito dedicato il “Bam” non è sono un orto botanico, ma molto di più.
Inoltre passeggiando si possono scoprire, incastonate nei vialetti, i nomi di specie arboree alternate a citazioni sugli alberi e i benefici che porta il verde, si tratta di frasi regalate alla città da cittadini di ogni fascia di età ed estrazione: da bambini a persone più celebri.
A coronare il tutto, come sfondo, il celeberrimo grattacelo “bosco Verticale” un palazzo “colonizzato da piante” divenuto famoso in tutto immondo come opera di integrazione tra verde e tessuto urbano. (https://www.stefanoboeriarchitetti.net/project/bosco-verticale )
La città inoltre da qualche anno si è dotata di un numero sempre crescente di piste ciclabili e di biciclette e monopattini da poter noleggiare con facilità. Insomma qui al nord ci stanno provando. Anche perché si è capito che essere più immersi nel verde è un’esigenza della popolazione, degli elettori.
Una gita a Milano merita anche solo per notare queste cose, ovvero quanto sia possibile restituire, a chi decide di vivere in città, un po’ di quella natura che con il progresso e il consumismo sembrava essersi persa.
Agata Meuti
Mi sembra però pure doveroso ascoltare gli esperti quali biologi ambientali (ecologi vegetali, ecologi della fauna, botanici, biogeografi, fitosociologi, zoologi, entomologi, ittiologi, ornitologi, etnoantropologi, idrobiologi, biologi marini) che da sempre e non oggi curano, studiano scientificamente, curano e ripristinano ecosistemi!