Il 18 gennaio 2024, il Prof. Franco Tassi grande biologo naturalista, è venuto nella sede della associazione Comunità Pontina Parchi e Sistemi Naturali (CPPS) di Pomezia.
Sono state due ore nelle quali si è parlato di Natura e in cui il Prof. Tassi ha fatto scuola su aspetti biologico-naturalistici.
Ci ha portato in visione diversi esemplari di insetti della foresta pluviale Amazzonica (lepidotteri, coleotteri), un esemplare si può vedere nella foto.
Momenti di grande vibrazione, emozione e con quel romantico retrogusto delle vecchie scienze biologiche.
È stata anche una occasione per progettare, con la sua supervisione, iniziative fondamentali per il nostro territorio, che l’Associazione CPPS porterà avanti e di cui a breve si avrà notizia.
Il prof. Franco Tassi è autore di decine di libri sulla Natura, fauna, flora, parchi Naturali, riserve Naturali. (i suoi libri)
E’ stato direttore per 33 anni del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, il più antico in Italia. E’ stato, per molti anni, docente di Ecologia applicata presso l’Università di Napoli e Conservazione della Natura presso l’Università di Camerino.
E’ stato l’ispiratore e realizzatore dell’unico protocollo d’intesa per un parco naturale italiano, il Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, con il più antico Parco Naturale del mondo, lo Yellowstone Park, negli Stati Uniti.
E’ esperto di Criptozoologia e Criptobotanica.
Fu amico del biologo scozzese, naturalizzato americano, Prof. Ivan T. Sanderson e dello zoologo belga Prof. Bernard Heuvelmans, cofondatori della Criptozoologia. Possiamo seguire una interessante conversazione tenutasi presso la TV City a dicembre del 2022 (qui la registrazione)
Le costanti visite alla Riserva Naturale della Sughereta di Pomezia hanno evidenziato la necessità di manutenzione di alcuni cartelli e frecce che indicano le distanze in prossimità dei sentieri riconosciuti nel parco.
Le segnalazioni che abbiamo ricevuto ci hanno suggerito alcuni interventi di protezione , ove necessario di ripristino, dei pali che sorreggono i cartelli.
Armati di impregnante ecocompatibile, pennello e raschietto i nostri volontari hanno ridato visibilità ai pali anche liberando per 50 centimetri di diametro la base degli stessi. Nelle foto si vedono alcuni interventi messi in opera in questo mese di gennaio.
Il fosso della crocetta è sembrato particolarmente pulito e senza cattivi odori
Abbiamo rilevato, inoltre, diversi tracciati fatti da cinghiali proprio all’ingresso principale.
Con piacere abbiamo anche fotografato una installazione fatta con rami caduti per il forte vento che ha interessato l’area qualche tempo fa. Questa opera è indicativa dell’affezione dei visitatori al luogo. Questo ci fa sperare che nulla venga rimosso anche se oggetto di calamità naturale.
Con rammarico abbiamo incontrato du motociclisti che facevano motocross libero nella Riserva pur sapendo che è vietato. Abbiamo avvisato i Carabinieri Forestali che sono intervenuti prontamente con una pattuglia ma non in tempo per identificare queste persone.
Invitiamo tutti i frequentatori e i visitatori a rispettare il luogo. Se lo manteniamo bene staremo tutti bene!
I cambiamenti si realizzano se si amplia la conoscenza. Questa potrebbe essere una frase retorica è invece la base di tutte le evoluzioni storiche.
Con la conoscenza, con il sapere, si vincono le piccole e le grandi sfide. E allora quale migliore occasione di parlare con i giovani , trasferire a loro l’esperienza di una vita vissuta e per questo ricca di frutti del sapere, testimoniare la conoscenza e con essa la consapevolezza degli strumenti per poterla arricchire, prendere coscienza delle proprie possibilità, degli strumenti propri per far crescere la propria conoscenza con la crescita anagrafica ed identificare degli obiettivi e impegnarsi a raggiungerli.
Il compito di un Maestro del Lavoro è quello di trasferire la propria conoscenza ed i metodi per il suo arricchimento.
Io sono un Maestro del Lavoro iscritto alla Federazione Nazionale dei Maestri del Lavoro dal 1° maggio 2018, data nella quale sono stato insignito della onorificenza al merito. Quest’anno ho dato la disponibilità, al coordinatore territoriale del Consolato Territoriale di Roma, a parlare ad una platea giovanile, ragazze e ragazzi delle scuole superiori, di temi ambientali, in particolare dei rifiuti e della raccolta differenziata.
Faccio volontariato ambientalista da diversi anni e con l’Associazione CPPS – Comunità Pontina Parchi Sistemi Naturali APS, a cui sono iscritto, ho preparato una illustrazione che richiamasse le buone pratiche da seguire quando si fa un acquisto, quando si è in casa, quando si è all’aperto, in sintesi quando vi sono momenti nei quali si impatta con l’ambiente, con la Natura.
Gli argomenti trattati hanno riguardato il riconoscimento dei rifiuti e la loro preparazione per essere differenziati. Sono state analizzate le varie destinazioni del conferimento ai Consorzi obbligatori, alle discariche o all’incenerimento. Un approfondimento doveroso è stato rivolto alla pratica del compostaggio domestico, di comunità e industriale. Infine c’è stato un breve accenno a cicli naturali e a quelli industriali per realizzare una prossima economia circolare.
Ogni volta che affronto questi argomenti con i giovani riscuoto sempre un discreto successo legato più che altro al metodo comunicativo e non perché non sappiano di cosa stiamo parlando. La mia è una sorta di riepilogo di cose che già sanno ma che spesso dimenticano o meglio che hanno difficoltà ad applicare. Hanno menti fertili e incuriosite dalle novità ma spesso, troppo spesso, non hanno un contesto nel quale approfondire tematiche ambientali e si rifugiano nelle “indifferenza”.
Ringrazio la Federazione per l’opportunità che ha dato a me e a questi giovani di potersi confrontare ed esprimere tutte le loro perplessità e curiosità. Ringrazio altresì l’Associazione di cui faccio parte per gli strumenti atti a configurare il mio intervento.
In questo primi scorcio di anno scolastico ci siamo rivolti alle quarte e quinte classi degli istituti superiori dell’IISS Piaget-Diaz di Roma e IISS Luigi Calamatta di Civitavecchia con un progetto di PCTO – Percorsi per le Competenze Traversali e l’Orientamento.
Rinnovato il Consiglio Direttivo dell’Associazione CPPS – Comunità Pontina Parchi e Sistemi naturali-APS
A seguito delle dimissioni da Presidente di Giampiero Castriciano, che ha inteso dimettersi per valorizzare altre energie ed idee, l’Assemblea dei soci dell’Associazione CPPS, che eredita la storia e l’esperienza del glorioso Comitato Promotore del Parco della Sughereta di Pomezia, ha eletto il nuovo Consiglio Direttivo che ha poi proceduto a eleggere le cariche sociali.
Il Presidente del nuovo Direttivo è Odilla Locatelli, cofondatrice del vecchio Comitato e da sempre impegnata nella salvaguardia dell’ambiente; il Vice Presidente è Maurilio Cipparone, biologo e docente universitario, esperto in pianificazione e gestione dei parchi naturali; a Segretario è stato eletto Lorenzo Berti, giovane studente in ingegneria chimica, appassionato di botanica e studioso degli ecosistemi naturali; il nuovo Tesoriere è Alessandro Recchia, tecnico in Meccanica di precisione ed esperto della legge antismog per il ricondizionamento delle centrali termiche. I Consiglieri sono Agata Meuti, Salvatore Pignalosa e Giampiero Castriciano.
La neo Presidente Odilla Locatelli ha dichiarato:
”Ringrazio l’Assemblea e il Direttivo per la fiducia che hanno riposto in me eleggendomi Presidente di questa importante Associazione, figlia del vecchio Comitato Promotore Parco della Sughereta che abbiamo fondato tanti anni fa insieme ad altri amici. Sono assai soddisfatta che nel Direttivo siano state elette persone molto preparate che sapranno affrontare al meglio le sfide che ci attendono nel futuro. La novità che mi affascina di più è che molti giovani si stiano avvicinando alla nostra Associazione e che già uno di loro ricopra una carica sociale. Come sempre, darò il mio contributo e sono certa che ci attende una nuova stagione ricca d’impegni e soprattutto di risultati positivi”.
Giovedì 11 maggio 2023 la nostra Associazione ospiterà i bambini della scuola primaria Andrea Baldi di Roma presso la Riserva Naturale Regionale della Sughereta di Pomezia.
Sarà una giornata di svago per i bambini ma altamente educativa. Essi saranno accompagnati a visitare il bosco con le sue meraviglie naturali e sarà loro illustrata anche la storia di questo antichissimo territorio con i suoi miti e le leggende che lo caratterizzano.
Attraverso il gioco apprenderanno il mondo affascinante della natura e le fondamenta di una corretta educazione ambientale.
La giornata a loro dedicata sarà solo il primo passo verso un percorso che durerà un intero anno durante il quale essi saranno protagonisti, insieme alla nostra Associazione, di un progetto volto alla diffusione della cultura e del rispetto ambientale.
Ricevuto in redazione dall’Architetto Cristiano Casafinaincaricato dal Comune di Pomezia per la realizzazione del progetto del quale è coordinatore di un nutrito team di esperti. L’Associazione CPPS sostiene il Progetto di rinaturazione della costa di Torvajanica per ripristinare il sistema dunale prezioso per la conservazione delle spiagge.
“Il progetto Habemus Dune è alle porte, mi scuso, ma in questo momento è impossibile far veicolare queste comunicazioni dal sito del Comune di Pomezia, dove questo lavoro è inserito e dove dovrebbe essere veicolato .
Stiamo preparando ed organizzando il lavoro.
Gli approfondimenti sono importanti, soprattutto sul tema dell’eradicazione (rimozione delle specie aliene. ndr).
Invito tutti quelli che mi seguono a condividere queste mie comunicazioni sulla vostra pagina.
Più si andrà avanti e più si faranno incontri o spiegazioni di tutto quello che si farà. Il nostro Comune diventerà un test importante sulle modalità di intervento. Non mancheranno critiche sul perchè si rimuovano piante così belle. In tutte le isole del Mediterraneo sono cominciate da anni le eradicazioni delle specie Invasive .
Queste pubblicazioni, che presento, sono alcuni dei documenti SCIENTIFICI da poco pubblicati che ne spiegano le motivazioni e sono per me strumento di lavoro.
(seleziona l’immagine per scaricare il documento)
Si può acquistare se schiacci sulla copertina presso Aracne editrice
In questi anni ho ascoltato tutti e continuerò a farlo, ma è arrivato il momento di agire a difesa della biodiversità.
I Cittadini di Pomezia sollevano proteste e così le 4 Associazioni maggiormente rappresentative della tutela e rispetto naturalistico nel territorio, hanno presentato un esposto conseguente al devastante intervento su un impianto dunale e macchia mediterranea presente sul lungomare delle Meduse.
Di seguito è riportato il testo dell’esposto sottoscritto dalla nostra Associazione CPPS – Comunità Pontina Parchi e Sistemi naturali APS, dal WWF litorale Laziale, dall’Associazione Latium Vetus APS, e dall’AST Associazione Sviluppo Torvajanica.
Il 3 dicembre 2022, la signora Agata Meuti, nostra socia, scrive questo messaggio nella chat dell’Associazione CPPS:
“Cari tutti, volevo condividere con voi il trentennale dalla fondazione del Comitato Promotore per il Parco del Sughereto che cade proprio oggi! Grazie ancora a tutti coloro che hanno messo la prima pietra per questo importantissimo progetto. Un progetto che ha dato alla collettività il gioiello più splendente del territorio. Il mio augurio è che noi impegnati da trent’anni, lotteremo ancora per rendere il nostro meraviglioso parco un’opportunità comune, esempio di rispetto e amore per l’ambiente”.
Questo messaggio, sinceramente inaspettato, mi ha fatto tornare indietro a quella sera del 3 dicembre 1992, a Torvaianica in Via Sebastopoli, 14, dove, invitati alcuni amici, ho proposto loro di creare un Comitato Promotore per la salvaguardia della Sughereta. Era una proposta tutta in salita che avrebbe potuto scoraggiare chiunque ma che, invece, è stata la molla per far nascere un entusiasmo che ancora oggi perdura. Grazie a questo sparuto gruppo di temerari è stato possibile diffondere una sensibilità collettiva che, poco per volta, ha condotto alla legge regionale che ha istituito la Riserva che oggi conosciamo.
Ad Agata Meuti, quindi, voglio rispondere così:
“Grazie Agata per aver ricordato questa data importante e grazie a tutti quegli amici, a partire da tua mamma, che, con tenacia ed entusiasmo, hanno creduto ad un sogno e che, per realizzarlo, si sono impegnati in tutti questi anni con passione e caparbietà. Auguri a tutte queste persone. Dobbiamo tuttavia essere consapevoli che una parte di quel sogno è ancora da completare. Questo è ancora nostro compito ma per realizzarlo abbiamo bisogno dell’aiuto di tutti e soprattutto di una nuova visione dei problemi a cui si devono accompagnare modalità di azione diverse e più incisive. Dobbiamo essere consapevoli che le limitazioni che si oppongono alla nostra attività non derivano da problemi oggettivi legati al pezzo di territorio che vogliamo salvaguardare quanto invece dall’insensibilità, l’indifferenza e talvolta l’ignoranza di chi ha il potere e il dovere di salvaguardare e valorizzare il gioiello di cui tu parli ma che nulla fa, apparendo troppo spesso sordo e cieco”.
La letteratura sull’Ambiente e sulla sua sua tutela ha un gran numero di pubblicazioni. La nostra Associazione CPPS- Comunità Pontina Parchi e Sistemi naturali annovera tra i suoi iscritti, facente parte anche del Consiglio Direttivo, Gianluca Ciampi, agronomo ecologista, con passioni quali la matematica antica, la musica, la letteratura, ecc.. e anche scrittore in arte L. Cercatore.
A lui abbiamo chiesto di raccontarci delle sue opere recenti in particolare del libro “Suolo e Salute – Le radici della sostenibilità” ( a breve in libreria) per il quale ha contribuito alla traduzione dall’originale inglese “The Soil and Helth” di Albert Howard.
Gianluca Ciampi, o preferisci lo pseudonimo con il quale firmi le tue opere, ci parli della preziosa guida alla salute della terra, del suolo sul quale è possibile coltivare qualsiasi cosa facendolo nel modo giusto e rispettandolo.
“Grazie per questa opportunità che la nostra Associazione CPPS mi offre con la visibilità sul sito internet. Intanto lo pseudonimo nasconde un velo di mistero perchè da ambientalista sono sempre in cerca di soluzioni a basso impatto ambientale. Gli amici mi hanno una sera accusato di avere sempre la testa in cerca di qualcosa. Mi è piaciuto e praticamente l’ho adottato per firmare i miei scritti. Tornando allo scopo di questa chiacchierata:
Sintetizzare il lavoro di Howard in poche parole è un’impresa. E’ stato micologo e botanico nelle Indie occidentali e poi in quelle orientali nella prima parte del secolo scorso. Può essere dichiarato il padre dell’agricoltura biologica e del compostaggio (metodo “Indore”) Conoscitore delle leggi della Natura, dei suoli di mezzo mondo, dei microrganismi del terreno e delle interrelazioni positive con le radici delle piante, determina la premessa alla salute delle piante stesse. Le piante portano salute al bestiame ed infine all’uomo rinforzando le sue difese immunitarie.
Gianluca , illustraci come ci indica le linee da seguire
“Il sottotitolo che abbiamo usato “le radici della sostenibilità” è indicativo, sia per il senso oggettivo in sé che ci dice quale è la vera sostenibilità, parola ormai inflazionata ed entropizzata, allo stesso tempo ci indica che la salute parte dalla salute del suolo e delle radici delle piante. Howard ci spiega anche il problema dell’erosione dei suoli prendendo spunto dai lavori virtuosi in Giappone e mostrando le soluzioni per le piene disastrose in Cina, nel secolo scorso. Il libro, ultimo suo lavoro, è una sorta di viaggio della sua vita, di tutte le specie coltivate che ha potuto conoscere, insieme alla prima moglie, anche essa botanica ed esperta dal 1902 di fotosintesi, passarono 25 anni in India, tra cotone, grano, te’, frutti tropicali e tanto altro. Lei morì a Genova nel viaggio di ritorno. Conosceva l’agricoltura in Africa (principalmente quella britannica) dove era anche stato. Ha occupato ruoli di responsabilità per quello che è stato l’Impero più grande dell’era moderna, ma sempre con occhio vigile verso il banditismo che molti praticavano sfruttando popoli e terreni, critico ad un certo approccio scientista ed al proliferare della chimica in agricoltura. Seppure con un interesse all’economia agraria si opponeva alla logica del profitto.
Quindi ha dichiarato guerra alla chimica che interferisce con i processi naturali
“Certo. Non si è mai fermato in questa sua convinta e motivata condanna. Ha continuato in tarda età, dall’Inghilterra, ad interagire con tutti i pionieri dell’agricoltura biologica: oltre all’India ed al Sud Africa, Malesia, Australia, Nuova Zelanda, Stati Uniti ecc.. Ci ha lasciato molti anni fa un’eredità che oggi crediamo sia il caso di riconsiderare nella sua pienezza.
Quindi un libro da leggere per imparare in pratica come interagire con la Natura senza farle del male o come dici tu a far parte della Natura. Ma veniamo al tuo libro, scusa di L.Cercatore. Sembra che tu voglia avvicinare il lettore con un approccio avventuroso. La cosa mi incuriosisce.
“Ecco, sì, in effetti cerco, da cui lo pseudonimo, dei punti di interesse per il lettore curioso di scoprire … come va a finire. Ha la vena del giallo.
Doppio Arbelo
Un ecologista Vincenzo viene coinvolto da un vecchio amico Sandro, un piccolo detective, nel tentare la soluzione di un omicidio di un giovane frate, si crea così una coppia di investigatori. I due sono molto diversi tra loro e tra Lazio ed Umbria dovranno sbrogliare un’intricata matassa, legata ad un gruppo di studiosi: filosofi, matematici, religiosi e altri alla ricerca della vera conoscenza, tra inquinamento, furti d’arte, imprenditori d’assalto, pezzi di storia passata e le solite incomprensioni umane.
Sì, Gianluca ha poi una morale?
“L’approccio ecologico non si riduce ad un’osservazione dell’ambiente, ma anche dei giochi della mente umana (cito Bateson da Verso un’ecologia della Mente). In un ritmo incalzante basato sui dialoghi tra i vari personaggi il protagonista principale Vincenzo, cercando di tenere tutto unito, ci porta dall’assassino.
Bene forse è meglio non anticipare troppo il finale. Diciamo che il libro va acquistato per l’intrigo, lo spirito ambientalista e per il piacere della lettura.
L’associazione CPPS ti ringrazia per il tuo impegno, il tuo estro e perché sei iscritto con noi. Salutiamo tutti i lettori.
Salvatore Pignalosa ha intervistato Gianluca Ciampi (L.Cercatore) scrittore
Ci associamo a questo comunicato stampa emesso da tante importanti associazioni di Roma che chiedono un intervento immediato.
COMUNICATO STAMPA 28 gennaio 2022
Le Associazioni scriventi denunciano la grave situazione relativa alle potature ed agli abbattimenti delle alberature in città e nelle ville storiche di Roma. Tali azioni sono contrarie a quanto stabilito dallo stesso Regolamento del Verde della città ed a quanto necessario per la vita e la salute di alberature e cittadini.
Assistiamo a vere e proprie capitozzature e molti abbattimenti di alberi sani, questo impoverisce il nostro patrimonio e minaccia indirettamente la salute di tutti.
In particolare, per quanto riguarda gli alberi di specie Pinus pinea, registriamo, non solo, dannose potature che ne compromettono la stabilità, la longevità e riducono l’attività di abbassamento delle temperature e dell’inquinamento, ma anche ad interventi di taglio su alberi verdi già curati con endoterapia.
Ricordiamo che le cure endoterapiche, sui pini affetti da Toumeyella parvicornis, che hanno dimostrato straordinaria efficacia in questi ultimi 2 anni, sono effettuate da parte dello stesso Comune di Roma o di cittadini attraverso raccolte fondi spontanee. Vogliamo sottolineare che le potature dei rami riducono l’efficacia delle terapie stesse e che gli investimenti dovrebbero essere diretti preferibilmente alle cure endoterapiche che hanno dimostrato negli ultimi anni effetti positivi.
Tali cure oggi sono l’unica priorità per la salvaguardia di tale patrimonio arboreo, esse permettono di contrastare la Toumeyella Parvicornis che colpisce i Pinus pinea( il parassita dal 2018 mina la sopravvivenza di migliaia di alberi) e possono fermare anche l’espansione della malattia nel resto d’Italia.
Il Pinus pinea, detto anche pino domestico, in Inghilterra Pino romano, non necessita affatto di potature se non per la semplice rimonda del secco che va effettuata da esperti, con cautela e mai durante il periodo della cura endoterapica.
Assistiamo invece ad interventi invasivi sui grandi Pini romani e pertanto inutili, nocivi, in contraddizione con la stessa volontà espressa dal sindaco Gualtieri e dall’Assessora Alfonsi di intervenire per “preservare e curare” i pini della Capitale.
Gli stessi Rappresentati dei cittadini, incaricati da pochi mesi, hanno parlato spesso, anche prima di essere eletti, di 6 milioni di euro da investire subito nella cura endoterapica e di una task force dedicata al problema, in ottemperanza al decreto di lotta obbligatoria emergenziale Mipaaf del 3 giugno 2021.
Ci preoccupano le dichiarazioni comparse sulla stampa di questi giorni da parte dell’assessore del II Municipio Rino Fabiano, di voler sostituire piante adulte con piante molto giovani. Un pino di 80 anni è un albero adulto non vecchio né a fine vita e può vivere fino a 150 anni, se in buone condizioni ambientali anche 200, il suo aspetto ed i benefici che produce non hanno nulla a che vedere con pini di 3 o 4 anni. Non possiamo trasformare l’aspetto di una città da oggi ai prossimi 100 anni secondo la logica delle sostituzioni.
A fronte di queste affermazioni ribadiamo le insostituibili attività di purificazione dell’aria e di abbassamento delle temperature che svolgono alberi di prima grandezza.
Per questi alberi grandi e sempre verdi chiediamo la massima tutela.
Agronomi esperti in arboricoltura ed esperti sulla vita dei Pinus pinea di fama internazionale (dott. Cantiani, dott. Morelli), contrariamente a quanto riportato sulla stampa, attraverso la dichiarazione del Presidente dell’Ordine Flavio Pezzoli, confermano che: la presenza dei pini in città e nei parchi è assolutamente auspicabile non solo per motivi paesaggistici ma anche per i benefici ambientali che sono in grado di portare.
In quanto organismi viventi, gli alberi di prima grandezza vanno curati e preservati il più possibile.
A Roma, poi, il Pinus pinea “adulto” di almeno 80 anni, caratterizza il paesaggio urbano, ha un grande valore storico, artistico, identitario, culturale ed è insostituibile. Gli abbattimenti di questi alberi causerebbero una trasformazione del paesaggio traumatica per tutti i cittadini e da moltissimi punti di vista sarebbero un danno ambientale senza precedenti per la città ed i suoi abitanti.
Un gigante di 80 -100 anni non ha nulla a che fare con un Pinus pinea alto 2 metri, dell’età di 2-3 anni, sono realtà diverse dal punto di vista estetico, biologico ed ambientale.
In questi giorni assistiamo anche alla sostituzione di Pini romani con altre specie arboree (cipressi e lecci) in zone verdi (per esempio Villa Ada, Villa Borghese e Villa Balestra), sostituzioni che non salvaguardano le caratteristiche paesaggistiche e non sono in grado di portare gli stessi benefici, sostituzioni che non rispettano i vincoli della Soprintendenza visto che avvengono soprattutto in ville storiche tutelate.
Chiediamo ancora una volta alle istituzioni comunali e regionali di intraprendere azioni immediate di tutela del Pinus pinea nella città di Roma, lungo il litorale e nell’agro romano e l’interruzione delle: inutili, spesso dannose e sempre molto costose attività di drastica potatura.
Chiediamo anche la sospensione degli abbattimenti, se non a causa di ragioni gravissime. Abbattere un Pinus pinea grande e maestoso equivale ad impoverire Roma di un tesoro inestimabile. Purtroppo le perizie non tengono conto del fatto che il pino può crescere inclinato ed essere ugualmente fonte di immensi benefici, non essere pericoloso né pericolante ma, al contrario giovare all’umore di chi lo guarda e alla salute fisica di chi lo respira.
Oggi basta una perizia visiva (VTA) a decidere l’abbattimento di alberi anche in piena fioritura, alberi che portavano benefici ai cittadini, questo è l’uso di ditte autorizzate ad effettuare i lavori di “cura” del verde.
“Neve, pioggia, vento, i pini non perdono mai il loro colore, in ogni stagione. In giapponese si chiamano matsu (parola che significa anche aspettare), si dice che il loro nome derivi dalla capacità di attendere pazientemente, senza cambiare… Dal lontano passato il pino è stato sempre annoverato tra i tre alberi che possono meglio sopportare il più freddo degli inverni.” Daisaku Ikeda (La famiglia creativa)
Proteggiamo insieme i grandi e forti alberi che da secoli rendono bella, vivibile, piena di ossigeno, colore e profumo la città.
Firme: Gran parte dei Cittadini firmatari della lettera aperta ad sindaco Gualtieri.