E’ in corso una raccolta di firme ad opera di “Iniziativa dei Cittadini Europei” un libero contesto in seno alla Unione Europea utilizzabile da tutti i Cittadini Europei. In questo caso la raccolta firme chiede di imporre un costo, un prezzo, per chi produce biossido di carbonio, la CO2, nell’ambito delle proprie attività.
Il tema è alquanto complesso e coinvolge le attività produttive e i bilanci statali. Energie Rinnovabili, Rinnovo Edilizio e Comportamenti Virtuosi sui Consumi sono le parole d’ordine degli stati che compongono la Comunità Europea.
La più volte richiamata transazione sostenibile prevede una graduale trasformazione delle attività più inquinanti verso un utilizzo di energie rinnovabili e prevede investimenti importanti per il cambio di rotta delle scelte pubbliche e private.
Con la raccolta di firme si opera una pressione sui decisori suggerendo anche un strumento, il prezzo da imporre agli inquinatori, per bilanciare da subito i fondi necessari al cambiamento.
Seguite il seguente link per firmare stopglobalwarming.eu
Autore: Amministratore
Esiste una crisi energetica? NO, nelle città di transizione
Esiste una crisi energetica? Questa domanda può avere risposte individuali e risposte collettive in relazione della percezione che singoli o comunità hanno nel soddisfacimento di propri bisogni. In parte viene negata nelle società così dette opulente (benestanti) ma la riduzione dell’approvvigionamento dei beni e delle materie ripropone il quesito iniziale: Esiste una crisi energetica?
Studiosi illuminati (Rob Hopkins) hanno formulato delle teorie basate sui parametri primari: materie prime (King Hubbert) e riscaldamento globale. Ebbene questi studi indicano un calo di disponibilità energetiche a fronte di un peggioramento delle condizioni di vita delle popolazioni di qualsiasi estrazione sociale o economica esse siano.
Vi sono comunità che non si sono fermate alla mera costatazione frustrante del peggioramento della situazione ed hanno costruito un sistema in grado di ridurre fortemente l’impatto della loro presenza sulla Terra e in grado di migliorare la loro condizione generale di vita: la città di transizione.
Si parla di transizione energetica che coinvolge non solo l’approvvigionamento di acqua, luce, gas, ma dei prodotti agro alimentari e dei servizi alla persona e alla comunità.
Resistenza e reazione alle avversità (resilienza) , riappropriazione delle proprie risorse (rilocalizzazione), soluzioni ai propri bisogni con le risorse disponibili (sviluppo rigenerativo) sono le linee che seguono le comunità di transazione.
Per illustrare gli elementi fondamentali di questo sistema, l’Associazione Aetas Aurea, sabato 10 ottobre 2020 ha organizzato una interessante conversazione con la Dott.ssa Fiorina Antonini, dell’Associazione Città Giardino di Pomezia, presso l’area antistante la Casa del Parco nella Riserva Naturale della Sughereta di Pomezia.
Qui i partecipanti hanno potuto chiedere informazioni alla Antonini che ha testimoniato i benefici che ha potuto vedere ed apprendere dalla sua recente visita nella culla della transizione la città di Totnes nella contea britannica di Devon, città natale di Rob Hopkins. E’ prima vera grande comunità che dalla adozione del sistema TTT (Transition Town Totnes) ha avuto uno sviluppo demografico da circa 8.000 alle alle attuali 12.000 dovuto alla migliore qualità della vita generata.
“Transition Town Totnes è stata costituita nel settembre 2006 come ente di beneficenza registrato. Siamo un’organizzazione globale dinamica composta da diversi gruppi tematici tra cui cibo, edilizia e alloggi, affari ed economia locale, e con molti progetti locali che hanno origine da questi temi.
Transition Town Totnes è auto-organizzata, principalmente gestita da volontari e guidata dalla comunità. I progetti sono sviluppati da membri interessati della comunità che si uniscono per realizzarli, con il supporto per la comunicazione, la rappresentanza strategica e la raccolta di fondi dall’ufficio TTT.” (ndr traduzione dal sito. Seleziona l’immagine)
Questo sistema ha generato nel mondo un movimento, il Transition Network, che applica i principi fondamentali della sostenibilità.
In Italia viene ben applicato da Transition Italia che esprime i concetti chiave in questo manifesto e da molti anni dal Movimento per la Decrescita Felice MdF di Roma e MdF di Milano (leggi anche l’intervista a Richard Heidberg sulla disponibilità delle risorse).
Infine un aspetto importante in Italia è l’approvazione del cosiddetto Super bonus 100% previsto dal Decreto Rilancio illustrato qui (seleziona l’immagine)
La dott.ssa Antonini ha promesso un approfondimento in un prossimo appuntamento.
Tartarughe marine – rinnovata meraviglia!
La Natura non smette mai di meravigliarci.
La presenza di più nidi di tartaruga nel Lazio, ha polarizzato l’attenzione di migliaia di cittadini sulla biodiversità, definizione che racchiude la diversità della vita sul nostro pianeta … quindi anche l’uomo.
Crediamo sia giunto il momento di rendersene conto.
Le tartarughe, mamme di questi esserini, hanno innescato una macchina organizzativa unica nel suo genere, seconda solo alla Protezione Civile. TartaLazio, la rete regionale per la conservazione della Tartaruga marina, che si compone di Enti, Strutture e Associazioni competenti per la tutela delle tartarughe, è stata in grado anche questa volta di animare tanti volontari a tutela dei nidi.
Torvajanica (RM), Fondi (LT) , Cerveteri (RM) , S. Severa (RM), Ventotene (LT) sono le aree interessate alle deposizioni.
Facciamo una veloce panoramica sui risultati di questa stagione di nidificazione del tutto eccezionale per il Lazio, che con bene 5 nidi ha raggiunto, al momento, il suo primato in fatto di numerosità di nidificazioni. Torvajanica (RM), la prima area interessata da un nido e controllata dai volontari, purtroppo ci ha riservato una brutta sorpresa: probabilmente la femmina che ha deposto, aveva dei problemi di fertilità, pertanto il nido non è andato a buon fine. Grande il rammarico per tutti i volontari e i tanti cittadini, in particolare bambini, che si erano alternati nei dintorni del nido. Resta comunque per tutta la popolazione locale un momento unico e che ha portato bellezza e condivisione.
Circa una settimana dopo è stato il turno del nido di Fondi (LT) con più di 80 esemplari, 83 per l’esattezza. La spiaggia di Fondi (LT) ha ripagato dei tanti momenti di apprensione trascorsi tra i volontari e i vari curiosi onnipresenti. L’evento è stato documentato dall’Associazione Sea Shepherd Italia (partner di TartaLazio) che grazie ai suoi volontari esperti ha dato la possibilità di seguire la nascita anche in diretta visibile sul loro canale Youtube: FONDI la prima notte FONDI la seconda notte
E ancora un video dal progetto Netlink che ha proposto la diretta da Fondi (LT) visibile qui ( a partire da hh:mm:ss del filmato 6:10:00)
A Ventotene (LT), località Cala Nave, la schiusa è avvenuta in maniera naturale nella notte tra venerdì 18 e sabato 19 settembre, quando un numero non precisato di neonati ha raggiunto il mare prima che venisse attivato il presidio h24.
L’ultima schiusa riguarda il nido di Cerveteri (RM) che, nonostante sia stato traslocato ed abbia subito un allagamento, nella notte tra giovedì 24 e venerdì 25, ha visto uscire un totale di 68 tartarughini che, in barba a tutte le previsioni, hanno deciso di lasciare i loro gusci e avventurarsi in un mare con onde di 4 metri.
Resta il nido di S. Severa (RM), a cui mandiamo i nostri migliori auguri nonostante ne abbia viste molte tra predazione, mareggiate e traslocazione.
E’ stata complessivamente una grande esperienza che ha evidenziato e accresciuto le competenze di Tartalazio e la capacità di coordinare gli interventi su più aree nidificate contemporaneamente. Ha altresì dato la possibilità ai volontari dell’Associazione CPPS – Comunità Pontina Parchi e Sistemi naturali di divere una nuova esperienza di volontariato legato ai Sistemi marini.
La Natura non smette mai di meravigliarci.
Queste meraviglie della Natura ci lasciano, però, con una riflessione sui cambiamenti climatici che con il riscaldamento del mare Tirreno fanno risalire tartarughe e tante altre specie di flora e fauna verso le coste del centro Italia. (Vedi rilevazioni di Greenpeace sui cambiamenti climatici)
Cose mai viste 2020
Prof. GIAMPIERO CASTRICIANO
Presidente Associazione CPPS – Comunità Pontina Parchi e Sistemi naturali
Una zona di pregio ambientale non sempre è un luogo dove ci si reca unicamente per scoprire ed osservare le ricchezze della natura e goderne della loro bellezza. Nel nostro caso – devo dire peraltro assai raro – natura, mito e storia costituiscono un insieme unico e compatto, quasi a compenetrarsi l’un l’altro per stupire ed affascinare. La Riserva della Sughereta di Pomezia è proprio questo: un gioiello quasi incantato che regala meraviglie e stupore.
Il nostro progetto “La Sughereta: tra mito e natura” ha in effetti lo scopo di regalare emozioni illustrando con semplicità ciò che è veramente questo luogo straordinario, ricco di elementi naturalistici che si intrecciano qua e là con la fiaba e la storia del territorio. Il progetto, elaborato e condotto in collaborazione con l’Ecomuseo Lazio Virgiliano ed inserito nel programma “Cose Mai Viste 2020” dell’Ente Parco Castelli Romani, ha visto il suo primo appuntamento domenica 13 settembre 2020. Adulti, bambini, ragazzi ed anziani in poco più di tre ore hanno rivissuto la storia millenaria del bosco, della sua fauna e della flora nonché delle vicende umane, raccontate ora dal mito ed ora dai libri di storia, che hanno condotto alla nascita di Roma ed allo stato di cose in cui oggi ci troviamo. L’ottima riuscita dell’evento ci induce a ripetere anche per il futuro questo genere di visite guidate
La quercia locale, la Quercus Suber, simbolo di questi luoghi, è stata la testimone storica non solo delle azioni dell’uomo ma della trasformazione stessa dell’ambiente che la ospita e che in gran parte è andato perduto. La Sughera
della piazza principale di Pomezia, residuo del bosco sul colle dove fu fondata la città, fu lasciata lì per indicare la natura del luogo. La pianta tuttavia perì quasi a significare l’incompatibilità della natura con il cemento.
Alla maestosità della quercia locale si accompagna una varietà altrettanto importante di altre specie arboree tra cui spicca la pianta dell’alloro o Lauris Nobilis che nell’antichità, ancor prima dello sbarco di Enea, identificava il popolo dei Laurenti di Lavinium. La loro regina, Amata, si suicidò impiccandosi, forse proprio ad un ramo di sughera, quando capì che il suo regno sarebbe caduto sotto i colpi del conquistatore troiano.
Da Lauris deriva anche il nome della via Laurentina e di Laurenton, la costa dove approdò Enea, fondatore della stirpe romana, il cui corpo, secondo la leggenda, giace nei pressi di Pratica di Mare presso la quale si estendeva al tempo la foresta di Quercus Suber, oggi residuale presso la Riserva della Sughereta.
Nel bosco sembra ancora aleggiare un racconto di Virgilio ambientato nei nostri luoghi. Pico, uno dei re dei Laurenti, era innamoratissimo della moglie Canente, una ninfa bellissima che con il suo canto ammansiva perfino le bestie più feroci. Un giorno, però, Circe si innamorò di Pico che la respinse e per punirlo lo trasformò in picchio, destinato a girovagare per i boschi e bucare la corteccia degli alberi per potersi cibare. La maga volle che di questo re rimanesse soltanto il nome legato ad un uccello. Il suo verso è simile alla risata di Circe prima della trasformazione di Pico. Esso riecheggia di tanto in tanto nella Riserva come per ricordare ai visitatori che questo luogo è veramente incantato, quasi sacro alla storia, e pertanto degno di essere amato, rispettato e conservato.
Insolita deposizione di tartaruga marina a Torvajanica
Un evento di particolare interesse sta interessando la costa del territorio di Pomezia, in particolare la spiaggia di Torvajanica centro. Una tartaruga marina della specie “caretta – caretta” nella notte tra il 22 ed il 23 giugno, ha deposto il suo tesoro di uova in un’area prospiciente al fosso della Crocetta.
L’evento, che ha avuto per testimoni due pescatori di passaggio e un esperto di TartaLazio, membro del Centro Studi Cetacei, partner della Rete Regionale, sta impegnando una trentina di volontari che si stanno alternando per vigilare di notte nei fine settimana sulla sicurezza di questo.
L’Associazione CPPS – Comunità Pontina Parchi e Sistemi naturali sostiene l’azione dei volontari partecipando alla vigilanza e promuovendo l’adesione di chiunque associato o singolo voglia contribuire alla sicurezza del nido.
Le attività dei volontari sono coordinate da TARTALAZIO- Rete regionale per il recupero, primo soccorso e monitoraggio delle Tartarughe Marine che fa parte della Direzione Regionale Capitale Naturale, Parchi e Aree Protette.
Negli ultimi anni si è registrata la tendenza delle Tartarughe marine ad ampliare il loro areale di nidificazione, e in particolare negli ultimi 4 anni anche le coste del Lazio hanno accolto queste insolite ospiti con i loro nidi. Gli esperti hanno ipotizzato che le variazioni climatiche che stanno interessando il mar Mediterraneo, ed il particolare il mar Tirreno, rivestano un ruolo importante nell’aumento di questi eventi lungo le coste nord del Tirreno. Una valutazione dovremmo farla tutti noi cittadini per attenuare questo innalzamento che sembra graduale ed inarrestabile.
Per tornare alle uova deposte, bisogna evitare ogni tipo di disturbo che possa alterare il processo di sviluppo. Evitare rumori molesti e traumi, accidentali o volontari.
Ognuno di noi deve sentirsi impegnato in questa opera di tutela e segnalare alla Capitaneria di Porto (n.tel. 1530) casi di falò in spiaggia, fuochi artificiali, tende non autorizzate; mentre per tutti gli altri comportamenti anomali che possano compromettere il completamento del processo di deposizione e schiusa, si tratta di ordine pubblico e ci si deve rivolgere ai Carabinieri (112 numero generale, oppure 1515 Carabinieri Forestali per reati ambientali).
Aspettando il lieto evento …
La Riserva Naturale Regionale della Sughereta di Pomezia
di ANTONELLA LIBERATI
laureata in lingue straniere, Direttore del SIDD (Società Italiana di Demodoxalogia) è impegnata nella divulgazione della cultura tecnico-scientifica
La demodoxalogia definisce “ambiente” un insieme di componenti teoricamente assimilabili ciascuno a un angolo di un triangolo equilatero. I tre angoli identificano i componenti dell’ambiente e l’interattivo rapporto di esistenza fra i tre. I tre sono: territorio – popolazione – risorse tangibili e intangibili, ipoteticamente fra loro di pari equipollenza e in equilibrio qualitativo fra loro.
È evidente che ogni squilibrio di un angolo, sia per aumento sia per riduzione di ampiezza o qualità di contenuto, costringerà gli altri due a modificarsi dovendo la somma degli angoli interni di un triangolo essere sempre uguale a 180°. Altresì, modificandosi incessantemente il rapporto fra i costituenti quell’ambiente e, quindi, la qualità degli stessi ne deriverà un continuo cambio di qualità dell’ambiente tutto.
Da ciò ne derivano conseguenze difficilmente prevedibili o percepibili, sia che abbiano cause “naturali” sia che abbiano cause antropiche, poiché, salvo il caso di eventi particolarmente distruttivi, si tende a percepire il cambiamento dell’ambiente e della qualità dei suoi componenti molto tempo dopo il suo verificarsi, generalmente quando è troppo tardi per porvi efficace rimedio.
L’odierno tessuto urbano pometino costituisce un ambiente particolarmente significativo per visualizzare di persona come tali incessanti interazioni – soprattutto di origine antropica- possano aver generato una combinatoria di effetti devastanti in un luogo oggi fortemente urbanizzato senza tenere ben presenti, o non considerando affatto nel loro valore oggettivo, le qualità dell’ambiente originario, né in fase di progettazione né in fase di realizzazione, sempre più ampliando il primo criterio di urbanizzazione (piano regolatore o altro), spesso senza valutazioni multifocali di insieme o poi di dettaglio. Di volta in volta è stata data preponderanza all’aumento di uno o più dei nuovi componenti distopici, senza valutarne oculatamente a priori, ma anche in corso d’opera, la qualità degli effetti interagenti a breve, medio, lungo e lunghissimo raggio e tempo su quello che era l’ambiente primario.
La Riserva della Sughereta di Pomezia è in parte sopravvissuta a tutto questo e attualmente mostra tracce di come il paesaggio era stato e quanto di quello che ancora ne rimane. La Sughereta ospita e costituisce un Biotopo che testimonia quanto rimane della ricchezza arborea del territorio plurimillenario della zona di Pomezia fino al mare, delimitato oggi nella “Riserva Naturale Regionale della Sughereta di Pomezia” istituita con Legge Regionale il 10 agosto 2016, n.12, art. 30. Di questa zona ne era stata progettata la salvaguardia come “Parco”, ma come si rileva nella storia dell’esperienza di tentativo di protezione (si veda altro materiale sulla storia dell’attuale Riserva nell’articolo on line), tale tentativo fu superato per decenni da “valori” di percezione ambientale antropicamente distopici.
La Riserva naturale della sughereta di Pomezia, così come oggi esiste, costituisce e protegge ancora un Biotopo, un luogo poco esteso, dove la prevalenza tra le nume numerose specie arboree è costituita da essenze di sughera (quercus suber), un particolare tipo di quercia, che popolava e ancora sporadicamente popola prevalentemente il territorio / ambiente dalla costa laziale al suo entroterra e ai Colli Albani.
Sono presenti anche essenze di leccio (quercus ilex), roverella, alloro, viburno e altre. Il leccio, altra essenza di quercia, ma dalle caratteristiche fisiche e gestionali molto diverse da quelle della sughera, è presente in una quantità tale da non compromettere la qualità del Biotopo Sughereta. È la prevalenza di sughere che consente l’esistenza di quel Biotopo, molto articolato in numerosi micro habitat che permettono la vita e la sopravvivenza a specie vegetali e animali, anche rare. È divisa in zone in modo da permetterne la fruizione antropica ma anche la libera evoluzione del Biotopo Sughereta. Possono essere apprezzati un bosco aperto, con spazi erbosi, cespugli, arbusti, fiori e frutti che consentono anche la presenza di molte specie animali selvatiche, fino anche la pastorizia ma anche zone boscose più fitte da visitare con cautela. I percorsi richiedono tempi diversi, da un’ora a una intera giornata, o più giornate.
La sughera è una specie che, se non decorticata, può raggiungere i 300 anni di età, mentre quella dalla quale si ricava il sughero, potrà raggiungere i 150 anni di età. Il sughero ha un peso specifico inferiore a 1 quindi galleggia sull’acqua. È imputrescibile, resiliente, isolante secondo le varie accezioni di questo termine, dal campo elettrico, a quello termico, al sonoro. Resiste al fuoco, non è tossico, è inattaccabile da parassiti e roditori ed è utilizzabile e riciclabile in differenti e molteplici utilizzazioni tecnologiche negli ambiti più diversi.
È molto adatto per la fabbricazione di tappi ermetici per bottiglie di vino. Anche i suoi cascami di lavorazione possono essere utilmente e quasi totalmente impiegati in vari ambiti.
La pianta adulta offre una ricchezza ulteriore, intangibile ma percepibile da tutti i sensi dell’essere umano e costituisce un invito a pensare, a riflettere con attenzione sulla bellezza del poter respirare riposando lo spirito.
Camminando attraverso la sughereta di Pomezia si è raggiunti e immersi nell’insieme del delicato suono generato dall’ondeggiare leggiadro delle chiome delle sughere alla bisbigliante, leggera brezza marina; la vista è catturata dalla maestà arborea di alcuni alberi, che narra di antiche epoche, anche “storicamente” non sensibili, precedenti agli eventi umani, oppure suggerisce alla mente quanto si narra di Camilla, principessa figlia del Re dei Volsci, bimba ancora in fasce che suo padre Metabo in fuga avvolge e lega in una scorza di sughero fissata a una lunghissima asta, lanciandola sulla sponda opposta del fiume Amaseno in piena, per metterla in salvo. La bimba allattata da cavalle selvatiche diverrà temibile amazzone al servizio di Turno, Re dei Rutuli, durante la guerra fra questi e Enea, invasore destinato dal Fato a far perdere il Reame di Ardea e la vita a Turno, togliendola anche a Camilla, temibile bellissima combattente: “amazzone più veloce del vento”. Tornando al presente ci si rende conto con dolorosa amarezza che tanta meraviglia arborea ha subito tentativi di incendi appiccati al tempo in cui artefatte foreste cementizie di speculazione edilizia –antropicamente credute più interessanti e redditizie di una sughereta- andavano distruggendo un’enorme quantità di suolo e quanto su questo viveva e lo popolava di essenze vegetali e specie animali di ogni genere. Le essenze, molto vetuste, sopravvissute integre offrono residui della loro possente magnificenza plasmata in forme armoniche, suggerendo una sughereta integra che ondeggiava appena le sue aggraziate chiome carezzate dalla lieve brezza marina.
La sughera è una antichissima essenza autoctona delle coste italiche e dell’immediato entroterra, poiché necessita di una qualità di terreno vulcanico, umidità e aria marina sufficienti a far respirare le sue radici. È parente e coeva del leccio, altra quercia dalla numinosa struttura e dal cupo color verde delle foglie. La sughera, sebbene possente, allarga le sue ampie chiome di un verde più morbido di quello del leccio e aggraziatamente forma una chioma flessuosa e rilassante al vederla. La sua corteccia la veste di abiti dall’aspetto di un tessuto lievemente bombato e goffrato; se staccata dal fusto si rivela stupefacente materiale dagli impieghi più vari.
Il colubro di Esculapio (rappresentato avvolto al caduceo di Mercurio), popolarmente noto come “saettone”, lungo serpente non velenoso ma forte nello stringere le prede, abita il Biotopo della sughereta di Pomezia, anche perché vi trova cibo a sufficienza, anche se poi a sua volta può essere mangiato da altri abitanti del Biotopo. Il “saettone” a caccia di cibo, si arrampica agevolmente in verticale sui tronchi degli alberi. Da adulto, raggiunge la lunghezza di circa due metri. Il biotopo della Sughereta di Pomezia permette a uccelli, talpe, conigli, lucertole, gechi, anfibi, pipistrelli, chiocciole e lumache, farfalle, insetti, ma anche animali più imponenti, quali cinghiali e si spera presto anche lupi, di convivere. Gli ampi spazi erbosi possono consentire il pascolo di ovini. I cespugli offrono bacche e frutti a altri animali che se ne cibano. Le sughere producono, oltre al sughero, anche ghiande; il loro sottobosco vede funghi ma anche erbe, muschi, licheni, orchidee, fiori e frutti selvatici. Infine, la Riserva della Sughereta di Pomezia, prezioso Biotopo residuale, ospita a tratti un’altra specie, quella umana, che tanto in modo inconsapevole che consapevolmente può arrecare danni più o meno gravi o decisamente gravissimi agli equilibri ambientali del Biotopo che vi è ospitato. Infatti al fine di conservare la Sughereta e preservarne l’integrità degli equilibri ambientali, essa viene utilizzata anche come luogo di apprendimento e sensibilizzazione degli umani al rispetto di creature, essenze, ambienti, al gusto per la conservazione della bellezza e ricchezza del luogo, altresì scuola a cielo aperto di conoscenza, gestione responsabile, condivisione consapevole e rispettosa delle necessità del Biotopo della Sughereta.
Gli attuali custodi e responsabili della gestione antropica della Sughereta, e del Biotopo che la caratterizza, consentono che vengano organizzate visite di allievi delle scuole di ogni ordine e grado sotto la guida di persone esperte, registe anche di un piccolo teatro mobile dove vengono rappresentati i rischi che corre la Sughereta quando persone superficiali o poco informate pongono in atto comportamenti pericolosi e distruttivi per il suo Biotopo. Comportamenti dall’impatto immediato ma anche a breve, medio, lungo e lunghissimo raggio e tempo. Si organizzano eventi ben controllati per la conoscenza dell’esistenza del luogo e delle sue caratteristiche, sensibilizzando i fruitori della disponibilità di accesso al Biotopo, alle delicatissime qualità dello stesso e si allestiscono mostre che rendono testimoni protagonisti gli umani di ogni età.
Curare un approccio consapevole alla Riserva Naturale della Sughereta di Pomezia significa riuscire a modificare l’opinione pubblica in senso positivo nei confronti dei tesori ambientali quale il Biotopo della Sughereta ma anche verso altri ambienti ancora preservabili, orientandola verso la percezione di valori diversi dal continuo inutile consumo di suolo, nonché la non convenienza della distruzione degli ambienti e di quante specie lo abitano e preservano.
Concludo con un estratto riportato da uno dei cartelli indicatori presenti nella Sughereta: «…Percorri i sentieri, assapora la libertà della Natura: unisci il tuo respiro a quello del vento tra le foglie. Non lasciare tracce del tuo passaggio ma scopri quelle dei conigli selvatici e dei cinghiali; osserva i colori delle orchidee, i fiori del biancospino e del viburno; immagina le forze che sostengono le architetture delle sughere e gli equilibri della vita nascosti tra gli allori e le roverelle. La Sughereta è il tuo patrimonio: è la tua provvista di Salute. Godi e prenditi cura della tua “Riserva di Benessere”».
da Pomezia a Torvajanica costeggiando il fosso
Una pregevole iniziativa che si è tradotta in un progetto nel 2016 e quello di poter raggiungere Torvajanica partendo da Pomezia costeggiando il Fosso della Crocetta in particolare alla sua destra.
Buona parte di esso è percorribile a piedi ma i volontari dell’Associazione Città Giardino di Pomezia hanno voluto fare di più. Con una certa cadenza si armano di cesoie e falcetti e “battono” la pista per tenerla fruibile a chiunque voglia godere di una passeggiata davvero rilassante tra dolci colline di un sistema naturale ancora poco conosciuto.
Il progetto di Città Giardino prevede una tutela paesaggistica che vada oltre quella legale di tutela dei fossi (da 4 a 10 metri percorribili per la manutenzione) e renda tale percorso, di 6 Km, una attrazione turistica per gli amanti della Natura e per quelli che la vogliono conoscere meglio.
E’ necessario che tutti i visitatori osservino le buone norme della pulizia in modo da lasciare il percorso così come lo si è trovato. NO cartacce, NO buste di plastica, NO bicchieri mono uso, che spesso vengono trovati dall’Associazione.
Un’altra nota dolente è rappresentata dall’inquinamento dell’acqua del fosso. Troppo spesso, prima del lock-down legato al Coronavirus, il rio si colorava di strane colorazioni e schiuma. Per due mesi ha ripreso il suo colore limpido e adesso sta ritornando ad intorpidirsi. E’ stata fatta una segnalazione alle Autorità competenti per identificare questi sversamenti e la natura delle colorazioni.
L’Associazione CPPS partecipa alla buona riuscita di questo progetto e si rende promotore di ogni iniziativa che l’Associazione Città Giardino Pomezia voglia realizzare sul nostro territorio.
Vi rimandiamo a questo bel post facebook che Città Giardino Pomezia ha pubblicato
La Sughereta va … a scuola
Il 4 febbraio, si è svolto un importante intervento della nostra Associazione CPPS – Comunità Pontina Parchi e Sistemi naturali presso l’Istituto Comprensivo “Enrico Pestalozzi” di Torvajanica.
Il nostro volontario Salvatore Pignalosa è intervenuto nell’ambito del progetto della Lega Navale sezione di Pomezia ed in collaborazione con il Progetto Habemus Dune per sottolineare l’importanza di istituire le aree protette sui beni naturali del territorio.
È nei programmi dell’Associazione CPPS la divulgazione del percorso fatto per l’istituzione della Riserva Naturale Regionale della Sughereta di Pomezia e della individuazione di aree e sistemi naturale da proteggere.
Con tante immagini proiettate e semplici parole siamo riusciti a suscitare tanto interesse negli studenti delle prime medie dell’istituto e lo stupore degli insegnanti nel costatare tanta disciplina e educazione nella platea.
Soddisfazione da parte degli organizzatori che hanno invitato la nostra associazione e da parte della dirigenza scolastica, in primis la dottoressa Annarita Miotto e la Referente alla Presidenza Maria Grazia Passeri.
Vi aspettiamo per una passeggiata nella Riserva Regionale Naturale della Sughereta di Pomezia.
http://www.leganavalepomezia.it/
https://www.facebook.com/habemusdune/
Progettiamo & Produciamo, Differenziamo e Ricicliamo
Continuano gli interventi a favore dell’Ambiente dall’Associazione CPPS – Comunità Pontina Parchi e Sistemi naturali. I nostri volontari Odilla Locatelli e Salvatore Pignalosa hanno realizzato un progetto di informazione ambientale presso il Gruppo Redbox di Pomezia.
Questo gruppo aziendale ha dimostrato una forte sensibilità e rispetto per l’ambiente tale da chiedere alla nostra associazione di formare i propri dipendenti e dirigenti sul corretto trattamento dei rifiuti, sperimentando azioni di riduzione e differenziazione sia negli uffici che nei reparti operativi escluso i rifiuti industriali. I nostri volontari hanno tenuto 4 incontri a Pomezia nelle aziende Redbox e Creative e uno a Mezzago, sede distaccata della Redbox. Sono stati informati circa 140 operatori tra dipendenti interni ed esterni sul miglioramento del comportamento di fronte ad un oggetto che da potenziale rifiuto può diventare risorsa. Il gruppo aziendale con gli slogan “progettiamo & produciamo, differenziamo e ricicliamo” e “… il rispetto per l’Ambiente passa in azienda” ha modificato il Regolamento Interno e la Carta dei Servizi per riportare le buone pratiche all’interno dei propri siti. Inoltre essendo una importante azienda di imballaggi ha pensati e creato nuovi contenitori adatti alle proprie esigenze . Ci siamo trovati di fronte ad una eccellenza che speriamo di replicare in altre attività produttive.
il progetto aziendale il desk del momento formativo la platea di Mezzago la creatività aziendale attivata dal progetto
Ogni giorno è venerdì
Venerdì 29 novembre 2019, Fridays For Future è stato celebrato a Pomezia nel Liceo Picasso. Con lo slogan “Ogni giorno è venerdì” gli allievi dello storico Liceo Picasso hanno voluto partecipare a questo importante evento di speranza per il futuro dell’Ambiente all’interno del proprio istituto. Una folta rappresentanza del Liceo è andata al corteo a Roma egli altri promotori, assieme a tutte le rappresentanti ed i rappresentanti di classe e di istituto, hanno chiesto alla Dirigente Scolastica, dott. Valentina Paumgardhen, di poterne discutere in una riunione straordinaria. Per l’occasione è stata invitata l’Associazione CPPS – Comunità Pontina Parchi e Sistemi naturali a parlare della mitigazione dell’impatto dell’uomo sull’Ambiente. Rappresentata dai volontari Franco Mondazzi e Salvatore Pignalosa, l’Associazione CPPS ha voluto portare il messaggio di speranza in un futuro migliore che proviene da grandi filosofi, da tutte le confessioni religiose e dalla consapevolezza dei Popoli. Lo stesso non accade per i decisori politici che non riescono a liberarsi dalla logica dell’economia del profitto. I temi toccati sono stati l’importanza della raccolta differenziata, del compostaggio domestico, del risparmio energetico e la necessità dell’economia circolare applicata a tutti i processi domestici e industriali. Profondo interesse ha suscitato l’illustrazione degli effetti delle discariche e degli inceneritori dei quali si parla sempre poco. Tutti si sono convinti di impegnarsi per la riduzione dei rifiuti come primo passo verso il futuro.
i fondamenti per la vita schema di inceneritore da economia lineare a economia circolare