Un disastro per i pini storici di Roma

Ci associamo a questo comunicato stampa emesso da tante importanti associazioni di Roma che chiedono un intervento immediato.

COMUNICATO STAMPA 28 gennaio 2022

Le Associazioni scriventi denunciano la grave situazione relativa alle potature ed agli abbattimenti delle alberature in città e nelle ville storiche di Roma. Tali azioni sono contrarie a quanto stabilito dallo stesso Regolamento del Verde della città ed a quanto necessario per la vita e la salute di alberature e cittadini.

Assistiamo a vere e proprie capitozzature e molti abbattimenti di alberi sani, questo impoverisce il nostro patrimonio e minaccia indirettamente la salute di tutti.

In particolare, per quanto riguarda gli alberi di specie Pinus pinea, registriamo, non solo, dannose potature che ne compromettono la stabilità, la longevità e riducono l’attività di abbassamento delle temperature e dell’inquinamento, ma anche ad interventi di taglio su alberi verdi già curati con endoterapia.

Ricordiamo che le cure endoterapiche, sui pini affetti da Toumeyella parvicornis, che hanno dimostrato straordinaria efficacia in questi ultimi 2 anni, sono effettuate da parte dello stesso Comune di Roma o di cittadini attraverso raccolte fondi spontanee. Vogliamo sottolineare che le potature dei rami riducono l’efficacia delle terapie stesse e che gli investimenti dovrebbero essere diretti preferibilmente alle cure endoterapiche che hanno dimostrato negli ultimi anni effetti positivi.

Tali cure oggi sono l’unica priorità per la salvaguardia di tale patrimonio arboreo, esse permettono di contrastare la Toumeyella Parvicornis che colpisce i Pinus pinea( il parassita dal 2018 mina la sopravvivenza di migliaia di alberi) e possono fermare anche l’espansione della malattia nel resto d’Italia.

Il Pinus pinea, detto anche pino domestico, in Inghilterra Pino romano, non necessita affatto di potature se non per la semplice rimonda del secco che va effettuata da esperti, con cautela e mai durante il periodo della cura endoterapica.

Assistiamo invece ad interventi invasivi sui grandi Pini romani e pertanto inutili, nocivi, in contraddizione con la stessa volontà espressa dal sindaco Gualtieri e dall’Assessora Alfonsi di intervenire per “preservare e curare” i pini della Capitale.

Gli stessi Rappresentati dei cittadini, incaricati da pochi mesi, hanno parlato spesso, anche prima di essere eletti, di 6 milioni di euro da investire subito nella cura endoterapica e di una task force dedicata al problema, in ottemperanza al decreto di lotta obbligatoria emergenziale Mipaaf del 3 giugno 2021.

Ci preoccupano le dichiarazioni comparse sulla stampa di questi giorni da parte dell’assessore del II Municipio Rino Fabiano, di voler sostituire piante adulte con piante molto giovani. Un pino di 80 anni è un albero adulto non vecchio né a fine vita e può vivere fino a 150 anni, se in buone condizioni ambientali anche 200, il suo aspetto ed i benefici che produce non hanno nulla a che vedere con pini di 3 o 4 anni. Non possiamo trasformare l’aspetto di una città da oggi ai prossimi 100 anni secondo la logica delle sostituzioni.

A fronte di queste affermazioni ribadiamo le insostituibili attività di purificazione dell’aria e di abbassamento delle temperature che svolgono alberi di prima grandezza.

Per questi alberi grandi e sempre verdi chiediamo la massima tutela.

Agronomi esperti in arboricoltura ed esperti sulla vita dei Pinus pinea di fama internazionale (dott. Cantiani, dott. Morelli), contrariamente a quanto riportato sulla stampa, attraverso la dichiarazione del Presidente dell’Ordine Flavio Pezzoli, confermano che: la presenza dei pini in città e nei parchi è assolutamente auspicabile non solo per motivi paesaggistici ma anche per i benefici ambientali che sono in grado di portare.

In quanto organismi viventi, gli alberi di prima grandezza vanno curati e preservati il più possibile.

A Roma, poi, il Pinus pinea “adulto” di almeno 80 anni, caratterizza il paesaggio urbano, ha un grande valore storico, artistico, identitario, culturale ed è insostituibile. Gli abbattimenti di questi alberi causerebbero una trasformazione del paesaggio traumatica per tutti i cittadini e da moltissimi punti di vista sarebbero un danno ambientale senza precedenti per la città ed i suoi abitanti.

Un gigante di 80 -100 anni non ha nulla a che fare con un Pinus pinea alto 2 metri, dell’età di 2-3 anni, sono realtà diverse dal punto di vista estetico, biologico ed ambientale.

In questi giorni assistiamo anche alla sostituzione di Pini romani con altre specie arboree (cipressi e lecci) in zone verdi (per esempio Villa Ada, Villa Borghese e Villa Balestra), sostituzioni che non salvaguardano le caratteristiche paesaggistiche e non sono in grado di portare gli stessi benefici, sostituzioni che non rispettano i vincoli della Soprintendenza visto che avvengono soprattutto in ville storiche tutelate.

Chiediamo ancora una volta alle istituzioni comunali e regionali di intraprendere azioni immediate di tutela del Pinus pinea nella città di Roma, lungo il litorale e nell’agro romano e l’interruzione delle: inutili, spesso dannose e sempre molto costose attività di drastica potatura.

Chiediamo anche la sospensione degli abbattimenti, se non a causa di ragioni gravissime. Abbattere un Pinus pinea grande e maestoso equivale ad impoverire Roma di un tesoro inestimabile. Purtroppo le perizie non tengono conto del fatto che il pino può crescere inclinato ed essere ugualmente fonte di immensi benefici, non essere pericoloso né pericolante ma, al contrario giovare all’umore di chi lo guarda e alla salute fisica di chi lo respira.

Oggi basta una perizia visiva (VTA) a decidere l’abbattimento di alberi anche in piena fioritura, alberi che portavano benefici ai cittadini, questo è l’uso di ditte autorizzate ad effettuare i lavori di “cura” del verde.

“Neve, pioggia, vento, i pini non perdono mai il loro colore, in ogni stagione. In giapponese si chiamano matsu (parola che significa anche aspettare), si dice che il loro nome derivi dalla capacità di attendere pazientemente, senza cambiare… Dal lontano passato il pino è stato sempre annoverato tra i tre alberi che possono meglio sopportare il più freddo degli inverni.” Daisaku Ikeda (La famiglia creativa)

Proteggiamo insieme i grandi e forti alberi che da secoli rendono bella, vivibile, piena di ossigeno, colore e profumo la città.

Firme: Gran parte dei Cittadini firmatari della lettera aperta ad sindaco Gualtieri.

Firme delle Associazioni:

Associazione Amici di Villa Pamphilj

GUFI

L’Altritalia Ambiente

Salviamo i paesaggio di Roma e Lazio

Comitato Villa Glori

Comitato Beni Comuni 12

Cantiere la Tela

Vittorio Emiliani Comitato per la bellezza

RespiroVerde Legalberi

Associazione educazione al benessere

Associazione Grandi Laboratori Riuniti APS

GASP Reti di Pace

Comitato proprietari cani Villa Pamphilj

Zona Verde Villa Pamphilj

Associazione La capriola

Arte più

Associazione Vitadidonna

Coordinamento “Salviamo gli Alberi di Pescara”

Archeoclub di Pescara –

Ecoistituto Abruzzo

Italia Nostra sezione “Lucia Gorgoni” di Pescara

Mila Donnambiente

Le Majellane

La Galina Caminante

CONALPA delegazione Pescara Chieti

Comitato Strada Parco Bene Comune

AIAPP LAMS

FIAB Pescara Bici

Associazione ASTRA

Centro DEVA

Comitato Oltre il Gazebo

Touring Club sezione di Pescara –

Associazione Ville e Palazzi Dannunziani

Michele Scafetta – Un fondatore del CPPS

Il ricordo del Presidente Giampiero Castriciano



PER  MICHELE  SCAFETTA
Mi è difficile trovare le parole giuste per ricordare un amico come Michele Scafetta.
Erano appena cominciati gli anni ’90 quando lo conobbi. Tra i fondatori della Podistica Pomezia, era impegnato ad organizzare maratone, passeggiate e corse, una delle quali è poi diventata famosa, “Sulle Orme di Enea”.
I suoi interessi spaziavano dallo sport alle mille attività per rendere più viva e più bella la nostra città.
Mi parve subito una persona da coinvolgere in ciò a cui stavo lavorando. Fu così che il 6 dicembre del 1992 lo invitai in una riunione per fondare, insieme ad altre stupende persone, il Comitato Promotore del Parco del Sughereto (C.P.P.S.).
Era un passo indispensabile da compiere per tentare di salvare e proteggere uno dei luoghi più belli e preziosi del territorio di Pomezia.
Non ci volle molto a convincere lui e gli altri amici che stavamo per creare un potente mezzo che, battaglia dopo battaglia, avrebbe raggiunto il proprio scopo. Quella sera mi chiese quanto tempo ci sarebbe voluto per centrare il nostro obiettivo. A malincuore, temendo di demoralizzarlo, risposi che il tempo medio per creare un parco, in questa nostra meravigliosa ma problematica Italia, era di 25 anni.
Non si scompose come non lo fecero gli altri, anzi, sembrava proprio che la prendesse come sfida allegra ed audace da condurre a testa bassa.
Si partiva col piede giusto ed ero contento che la nuova creatura che stava per nascere si trovava in buone mani. Non mi sbagliavo, Michele e gli altri si alzarono subito le maniche e cominciarono una guerra che dopo 24 anni li vide tutti vittoriosi.
Grazie Michele per quello che hai fatto e per ciò che sei stato: un amico prima ancora che un guerriero.
                                                                                                                      Giampiero Castriciano
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